SEGNO E SIMBOLO
La parola "simbolo" deriva dal latino symbolum ed, a sua volta,
dal greco σύμβολον (súmbolon) dalle radici σύμ- (sym-,
"insieme") e βολή (boll, "un lancio"), avente il significato
approssimativo di "mettere insieme" due parti distinte.
In greco
antico, il termine simbolo (Σύμβολον) aveva il significato di
"tessera di riconoscimento" o "tessera ospitale", secondo l'usanza
per cui due individui, due famiglie o anche due città, spezzavano
una tessera, di solito di terracotta, e ne conservavano ognuno una
delle due parti a conclusione di un accordo o di un'alleanza, da cui
anche il significato di "patto" o di "accordo" che il termine greco
assume per traslato. Il perfetto combaciare delle due parti della
tessera provava l'esistenza dell'accordo.
Il "symbolon" era, quindi, un segno di
riconoscimento.
Il simbolo è, quindi, qualcosa che indica una separazione ed una unità,
un'unità preesistente e che può essere recuperata.
Allora il simbolo rimanda all'idea di un qualcosa che non è
pienamente appreso a livello razionale, è il contenuto di un significato mai
completamente appreso, è legato all'esperienza personale di chi lo incontra.
Il simbolo coglie ed esprime una relazione che la ragione non può esprimere,
Jung sostiene che un'immagine è simbolica quando implica
qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio e immediato. Inoltre afferma
che i simboli sono il linguaggio dell'inconscio e i sogni i suoi mezzi di
comunicazione.
Nel suo libro "L'uomo e i suoi simboli" scrive"...ciò che noi
chiamiamo simbolo è un termine, un nome, o anche una rappresentazione che può
essere familiare nella vita di tutti i giorni e che tuttavia possiede connotati
specifici oltre al suo significato ovvio e convenzionale. Esso implica qualcosa
di vago, di sconosciuto o di inaccessibile per noi...... Poiché ci sono
innumerevoli cose che oltrepassano l'orizzonte della comprensione umana, noi
ricorriamo costantemente all'uso di termini simbolici per rappresentare concetti
che ci è impossibile definire o comprendere completamente. Questa è una delle
ragioni per cui tutte le religioni e le tradizioni esoteriche impiegano un
linguaggio simbolico o delle immagini".
La simbologia rappresenta, quindi, la chiave di accesso per comprendere il mondo spirituale
e quello psicologico. L'uomo ha bisogno di simboli per comprendere ciò che
altrimenti non sarebbe in grado di rappresentare e li produce lui stesso
inconsciamente e spontaneamente .
L’uso originario di ‘
sýmbolon’
è ripreso anche da Gadamer:
"Nel suo [del simbolo] essere presentato è qualcosa in cui si riconosce
qualcos’altro: così per esempio la tessera hospitalis o simili. Il "simbolo"
indica ciò che non vale solo per il suo contenuto, ma per la possibilità di
essere esibito ["Vorzeigbarkeit"]; esso è quindi un documento ["Dokument"]
attraverso il quale i membri di una comunità ["die Mitglieder einer
Gemeinschaft"] si riconoscono: sia esso un simbolo religioso, o si presenti
invece in senso profano come un distintivo, un lasciapassare, o una parola
d’ordine".
E, ancora a proposito di simbolo, un pensiero di Hegel "Simbolo in generale è
un’esistenza esterna che è immediatamente presente o data all’intuizione, ma che
deve essere compresa non in base a lei stessa, così come immediatamente si
presenta, bensì in un senso più ampio e più universale."
Similmente Goethe nelle sue "Massime e riflessioni" afferma che il simbolismo trasforma il fenomeno
in idea, l'idea in immagine, e ciò in modo che l'idea rimane nell'immagine, e
anche se espressa in tutte le lingue, rimarrebbe inesprimibile. Nel
caso del simbolo come in quello dell'allegoria, si tratta in generale, spiega
Goethe,
di un rapporto di rinvio significativo ad altro di cui è investito un materiale
percettivo, come ad esempio, anche il colore.
Il simbolo è, secondo Freud, “parola che apre”, poiché il suo
linguaggio “ vuol dire altro da ciò che dice, possiede un duplice significato”.
E ancora il filosofo Ricoeur, a proposito del simbolo, aggiunge “ è la regione del
senso duplice”.
Il simbolo per Cassirer è lo strumento che permette all'uomo
d'operare una mediazione attiva tra il concreto e il concetto; la forma
simbolica è ogni energia dello spirito mediante la quale un contenuto spirituale
dotato di significato viene collegato a un segno sensibile e viene ad esso
intimamente attribuito. In altre parole, la forma simbolica è un codice
attraverso cui si oggettiva lo spirito, mediante cui si esprime lo spirito
umano.
Simbolo e tracciato grafico.
A livello grafologico, e questo vale anche per quel che
riguarda
l'interpretazione di un disegno, il segno è riscontrabile nel tracciato grafico.
La grafologia ha creato una distinzione all'interno del tracciato grafico
organizzando una serie di segni in base alle caratteristiche simili che li
connotano. Ad esempio le linee discendenti si chiamano aste . Il segno asta
comprende più sottoinsiemi di segni: aste curve, aste rette ecc..I segni sono la
parte visibile razionalmente nel tracciato grafico, sia esso scrittura, disegno
o scarabocchio.
Il segno, nei confronti del simbolo, costituisce un "rimando".
La scrittura è essenzialmente simbolica e, pertanto, dobbiamo distinguere un significato
manifesto, conscio e un significato latente, inconscio. L’interpretazione
consiste in un passaggio da un senso a un altro senso. Il movimento della
ricerca ermeneutica deve oscillare sempre fra i due poli dell’inconscio e della
coscienza, dell’involontario e del volontario, delle origini e dello sviluppo.
La scrittura è composta di segni che svolgono una funzione comunicativa, ma,
poiché i segni sono anche simboli , essa, oltre a possedere un contenuto
linguistico, offre la possibilità di esplorare il senso dell’esistenza umana e
della trascendenza poiché contiene, oltre ad un senso diretto, esplicito, un
senso indiretto, secondario, figurato, verso il quale il primo costituisce
comunque una via di accesso.
Il mondo dei simboli non è strutturato in termini logici e concettuali, ma come
narrazione. L’interpretazione grafologica è decifrazione dei significati, anzi
della pluralità dei significati, che si nascondono nei sensi apparenti.
L'analista della Psicologia della Scrittura e del disegno decostruisce
l'oggetto della sua analisi cercando la varietà di rimandi che vi
sono al suo interno.