“La nostalgia del passato agisce come un veleno paralizzante sul dinamismo e l’intraprendenza, perciò può ben essere paragonata ad un serpente velenoso che sta sul nostro cammino. Apparentemente è un nemico demoniaco che sottrae l’energia, ma in realtà è il proprio inconscio la cui tendenza regressiva comincia a sopraffare lo sforzo cosciente rivolto in avanti.”

                     Carl Gustav Jung
 

 

Il termine "inconscio" deriva dal latino inconscius, negativo di conscius, consapevole. Usato di solito come aggettivo per indicare i contenuti psichici inaccessibili alla coscienza, è stato sostantivato solo in epoca recente, a partire da Freud, anche se con qualche anticipazione ottocentesca: Eduard von Hartman (Filosofia dell’inconscio, 1869), che si richiama a Schopenhauer, e Nietzsche, che usa il termine Es per riferirsi alla parte istintuale inconscia dell’uomo. Platone ne parla come della divina follia.

Il primo filosofo dell'inconscio è Leibniz, il quale, opponendosi alle tesi di Cartesio e Locke che avevano identificato il pensare con la coscienza di pensare, evidenzia  l'importanza delle "percezioni insensibili" o "piccole percezioni", non accompagnate dalla consapevolezza o dalla riflessione. Egli  afferma che.......

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